giovedì 20 gennaio 2011

Stalking e le tecnologie

Mi dispiace doverlo dire  proprio io che della tecnologia sono un’amante e una sostenitrice ma i nuovi modi di comunicare hanno incentivato e aiutato lo Stalking, non possiamo negarlo. Non solo come espediente per perseguitare le vittime (vedi sms, mail e chat come strumenti di controllo da parte dello Stalker verso la vittima) ma anche come “indizi” falsati che stimolano pericolose gelosie ossessive che, a volte, si possono trasformate in tragedia.
Non sono io a sostenerlo ma le statistiche: nell’epoca dei social network lo stalking ha trovato nuove vie, più subdole e nascoste ma non per questo meno pericolose.
Una storia concreta ce lo ricorda: Quella che leggerete di seguito non è etichettabile sotto la macrocategoria di stalkign tradizionale, non siamo davanti ad un ex partner che perseguita dopo la fine di una storia. Tuttavia penso sia utile rileggere fin dove la cieca possessività possa arrivare.  Il senso del possesso e del controllo, del resto, animano sempre la dinamica stalker-vittima.
La storia è di un anno fa circa, racconta la triste fine di Maria Pia, uccisa perchè “chattava”.  Certe morti assurde non dovrebbero esistere ma è ancor più grave se passano silenziose…
Fonte Repubblica.it
CATANIA
– E’ stato il marito ad uccidere Maria Pia Scuto, 41 anni, figlia di un noto costruttore catanese degli anni Sessanta. La sua confessione subito dopo l’omicidio era stata messa in dubbio da quella del figlio di 15 anni, testimone della tragedia. Nel tentativo di salvare il padre, agli agenti ha giurato di essere stato lui ad uccidere la madre. Ma poi ha ritrattato e infine il pm ha emesso contro il marito della vittima – Giuseppe Castro di 35 anni – un ordine di arresto per uxoricidio.
“Se ho detto che il colpevole ero io – ha detto il ragazzo – è perchè non potevo immaginare mio padre chiuso in un carcere e non sopportavo che le mie due sorelline – 6 e 8 anni – potessero crescere senza di lui”. L’ha uccisa aggredendola alle spalle mentre la moglie era seduta davanti al computer “a chattare con gli uomini”, come ha detto Giuseppe Castro agli agenti. “Non sopportavo più la situazione, il suo comportamento. Ero disperato”. Un delitto passionale scatenato da una e-mail (“L’ennesima”, dice il marito), che la moglie aveva ricevuto poco prima sul suo computer. Sui tre computer trovati in casa della famiglia e sequestrati, il sostituto procuratore Salvatore Faro ha disposto una perizia affidata dalla polizia postale. 

La spia
In questa modalità virtuale, il meccanismo della gelosia patologica che sta dietro al bisogno ossessivo di controllare il partner, è la stessa del “pedinamento” fisico. A cambiare è solo il mezzo attraverso il quale viene sfogato questo impulso, semplicemente il “molestatore” si sposta dalla strada al web. Anche nello spazio virtuale le emozioni provate e trasmesse sono vere, e la tecnologia serve da cassa di risonanza di un disagio che è presente nelle persone e che poi lo riversano nel rapporto di coppia.

La vita virtuale
La vita virtuale del partner, molto spesso genera ansia perché è poco controllabile; solitamente si ha meno paura a mostrare il proprio lato intimo nelle comunità di internet, perché è come se fossimo protetti dal video. Sul web, la sfera pubblica e quella privata si confondono e si è portati a raggiungere un livello di confidenza profonda anche con degli sconosciuti. Normale poi, che il partner che scopre l’altro in questa seconda vita ne diventi geloso.

Segnali d’allarme
Stalking onlineCosa fare per evitare che la gelosia diventi ossessione? E come fare affinché lo stalking tecnologico non diventi una minaccia alla vita reale? Per prima cosa bisogna coltivare la fiducia, che dovrebbe essere alla base di ogni rapporto; poi ricordarsi che il dialogo vince sulle fantasie e quando un comportamento non ci piace è bene parlarne subito prima di lasciarsi soffocare da atteggiamenti che poi prendono la mano. La vita virtuale va considerata come un prolungamento della vita reale e come tale va affrontato, sia che siamo noi i gelosi, sia se la subiamo. Quindi se i rapporti sul web rischiano di minare la relazione, non resta che eliminare il problema alla base, imparando ad essere sinceri sulle questioni fondamentali. Infine è importante prestare attenzione ad alcuni comportamenti che rappresentano dei veri e propri segnali d’allarme: se per esempio il partner si collega sempre alla rete quando anche noi siamo connessi, se passa molto tempo al computer, se vuole conoscere la nostra password.

Cose importanti da sapere
Il web 2.0 si fonda sulla condivisione delle informazioni: quando si accede a questi strumenti, bisogna metterlo in Stalking onlineconto. Se da una parte la maggior parte dei network è regolamentato e limita l’accesso a chi ha ricevuto l’autorizzazione, dall’altra internet è un mezzo invasivo: i motori di ricerca rendono visibile a chiunque anche alcuni contenuti dei social network. È una struttura che funziona male, e seppur criticata, ad oggi non è possibile cambiarla. Quando ci si elimina dalle piattaforme digitali, i dati restano su dei file duplicati in rete, anche per anni. Quindi è fondamentale esserne consapevoli e sapere che una volta diffusi i dati personali, i commenti e le foto, difficilmente vengono cancellati per sempre!

Nessun commento:

Posta un commento